L’about page è una pagina troppo spesso sottovalutata, eppure dopo la home page è la più cliccata del tuo sito. Tutti quelli che comprano da te sicuramente sono andati a leggerla. 

Scrivere l’about page del tuo sito richiede una buona conoscenza del tuo business, di te e del tuo pubblico. Ho letto moltissime about page che non “parlavano”: professionisti in imbarazzo nel dire cosa sanno fare, oppure affaticati nel mettere a fuoco cosa li rende speciali, confusi nella selezione delle informazioni necessarie, o peggio ancora curriculum a cielo aperto con tanto di lista premi, attestati, sbrodolamenti e master. Non va meglio per le aziende che spesso copiano sul sito quello che hanno scritto nella brochure aziendale, scrivono valori alla Miss Italia “crediamo nell’onestà, nel futuro, nella tradizione e nell’innovazione” (che poi me lo spiegate come fate a credere in tutt’e due). Sono quelli che si definiscono “l’azienda giovane e dinamica”, “i leader di settore”, con “un servizio a 360 gradi”.

A volte in un sito internet una about page non c’è: viene considerata inutile perché si pensa che non serva, oppure troppo difficile da scrivere, per cui si rimanda, si rimanda, si rimanda, sperando che nessuno si accorga che non c’è. 

Invece è un’occasione preziosa per fare breccia nel cuore dei lettori, per far venire voglia di seguirti: quando arrivano lì vogliono capire se possono fidarsi di te.

Cos’è una about page

L’about page, in italiano è la pagina “chi sono/chi siamo” dedicata a far conoscere il professionista o l’azienda che fornisce un certo tipo di servizio o di prodotto.

È la pagina che introduce e spiega chi sei a chi atterra sul tuo sito: è un approfondimento utile alle persone che hanno già mostrato un interesse verso il tuo prodotto o servizio, che hanno bisogno di capire meglio chi sei e trovarti interessante per vincere le resistenze tipiche verso ciò che è sconosciuto. 

L’about page è una pagina strategica sia per le aziende che possono usarla per far vedere che dietro a un business ci sono delle persone in carne e ossa, sia per i liberi professionisti che possono usarla per mettere in risalto i loro punti di forza rispetto ad altri professionisti.

4 errori da evitare quando scrivi l’about page

Si possono commettere molti errori quando si scrive un about page. Vediamo i 4 più comuni:

1. Dai per scontate delle informazioni elementari

Il tuo nome completo per esempio o la spiegazione di quello che fai con termini comprensibili a tutti. Mi piacerebbe davvero sapere chi sei, nome e cognome, eppure. Eppure tu non me lo scrivi. Tutto questo ha dell’incredibile eppure succede. Forse è dare per scontato forse è superficialità, forse è non lo avevo considerato. Certo, se il tuo sito è giggettamarietti.it è un po’ meno grave che non ci sia il tuo nome e cognome nell’about page ma non costa nulla inserirlo, no? Soprattutto se possiamo evitare delle fatiche a chi legge, che spesso è pigro e non ha voglia di andare a cercare il tuo nome altrove.

Non dare per scontato che tutti sappiano cosa voglia dire il tuo job title (il titolo del tuo lavoro), spiegalo. Cosa fanno un chief data officer, un cool hunter, una web content strategist, una styling and visual marketing expert, un full stack developer? Prevedi dei chiarimenti in cui ti tiri su le maniche e ti sforzi di trovare parole concrete con cui spiegare anche a chi non ne sa nulla, in cosa consiste il tuo lavoro in pratica.

Non riguarda la scrittura ma è ugualmente fondamentale in una about page: la tua foto. Se voglio chiamarti, assumerti, consigliarti a qualcuno mi sentirò più a mio agio se so come sei fatto. Vuol dire banalmente avere una faccia da mettere insieme al tuo nome: con una foto sei più facile da ricordare. Non una fotografia scattata 30 anni fa, 40 kg or sono, dove ti si vede e non ti si vede: se ti incontrano a una conferenza devono riconoscerti. 

Funziona anche per le aziende questo discorso: se il team è piccolo, è bello vedere le facce di chi lavora e sapere cosa fa, se il team è esteso opta per la foto del CEO o del team a lavoro. No a foto di capannoni o di uffici vuoti. Ci vogliono fotografie di persone capaci di guidare i clienti verso il successo.  

Hai scelto di presentarti con un video? Bello! È un ottimo modo per creare un rapporto veloce con chi lo guarda. Per chi ama i video è perfetto. Ma considera l’ipotesi che non tutti potrebbero avere 8 minuti da dedicarti. Se utilizzi un video per presentarti fa che sia corto, interessante e che abbia i sottotitoli (così se lo voglio guardare e non posso far andare l’audio, almeno leggo le parole).

2. Non ci sei nelle parole che scrivi 

Per qualche strana ragione, quando ti siedi davanti a un computer per scrivere la tua about page, tutto ciò che sai sulla creazione di contenuti interessanti vola fuori dalla finestra. Non sei veramente tu, è più una creatura mostruosa e impaurita, spesso confusa e a tratti semianalfabeta che si impossessa del tuo computer e scrive al posto tuo usando le frasi standard che usano tutti.

Fai fatica a scrivere di te e del tuo business, non ti senti oggettivo, centrato, sei troppo coinvolto, niente o tutto ti sembra importante mettendoti in seria difficoltà. Questa fatica si percepisce e viene fuori che quelle parole non ti rappresentano. Il tono di voce è artificiale e artefatto, gli argomenti che hai scelto non ti soddisfano, la tua visione è chiara solo a te.

Lo stesso succede per quelle aziende che si riparano dietro parole vuote e sbiadite, espressioni stanche, datate, abusate come:

  • Leader di settore 
  • Azienda giovane e dinamica
  • Servizio a 360°
  • Il nostro obiettivo è la soddisfazione del cliente
  • Rapporto qualità/prezzo
  • Soluzioni all’avanguardia
  • Standard di qualità

Leggendo quei testi non riesco a pensare che ci siano delle persone vere dietro tutto questo. Se nemmeno la Coca Cola scrive nella sua about page “Leader nel settore delle bibite” perché dovresti scriverlo tu?

Tutte le parole vuote che non dicono nulla possono essere sostituite da parole che invece riescono a spiegare. Prendiamo per esempio standard di qualità: spiegami, cara azienda, su cosa si basano questi standard, dimmi perché questo standard è importante per dare valore al tuo prodotto, cosa intendi per qualità (ingredienti freschi, controlli rigorosi, perdo 5 cm sulle cosce dopo 5 sedute, etc), provami che quello che stai dicendo è vero.

Perché ancora oggi le aziende preferiscono queste frasi standard? 

C’è dietro una mancanza di consapevolezza di quello che serve al cliente e di come il prodotto o il servizio possano aiutare a risolvere il suo problema. C’è dietro il desiderio delle piccole imprese di sembrare grandi e quindi di provare a darsi un tono con frasi già collaudate. C’è dietro la pigrizia delle grandi che invece di sforzarsi a trovare parole più adatte per loro preferiscono usare quelle che usano tutti (a sproposito) mentre di notte sognano di essere piccoli solo per ricevere quella fiducia che sanno ispirare i business “in carne e ossa”.

Anche quando sei una grande azienda dovresti parlare come se fossi una persona. Se ci riesci, questo si traduce in umiltà e fiducia. 

3. Stai parlando solo di te e non di lui

Non sei vanitoso, però cavolo questa pagina si chiama “Chi sono/chi siamo”, vorrà dire che dovrà parlare di te. Non proprio. Parla di te ma non è per te. Parla di te in funzione di quanto quell’informazione serve ai tuoi lettori. L’obiettivo di un about page infatti non è l’autocompiacimento tra ego, risultati, passioni e milioni di dettagli e informazioni irrilevanti che non servono davvero a farti scegliere come professionista. Il destinatario della tua about page non sei tu, non è il tuo competitor, il destinatario è il tuo cliente.

Il cliente è lì che ti legge per un motivo: cerca di capire e vuole essere rassicurato sul fatto che tu sia davvero la persone giusta per lui, quella in grado di dargli una mano, quella coi prodotti o i servizi che rispondono alle sue esigenze.

La cosa più importante che fa la tua about page, la ragione per cui è lì, la ragione per cui esiste, è principalmente quella di permettere al tuo pubblico, le persone che visitano il tuo sito, di capire come puoi aiutarle. Perciò è importante, fin dalle prime righe della tua about page dedicare spazio alle sfide e agli obiettivi che vogliono raggiungere i tuoi clienti.
Parla dei problemi che risolvi. Parla di come puoi aiutare. Parla di ciò che gli interessa.

Il tuo compito è scrivere una storia che le persone possano abbracciare e condividere. E in quella storia non sei tu l’eroe, l’eroe è lui.

4. Non gli dici cosa deve fare

Dopo che gli hai raccontato la tua storia lo abbandoni. Lo lasci lì e non sa cosa deve fare: non gli dici quale passo deve compiere dopo. Poi non lamentarti se lui non lo compie. 

Inserisci dei link che portino a pagine di approfondimento su temi che interessano e in fondo alla pagina prevedi una CTA, una call to action, che gli permetta di andare da qualche altra parte all’interno del sito per continuare a conoscere il tuo business, per compiere un’azione, quella che preferisci: chiedigli di iscriversi alla tua newsletter, di scoprire i tuoi servizi nel dettaglio, di acquistare una consulenza.  

Cosa scrivere nell’about page

Le persone quando arrivano sulla tua about page hanno bisogno di sapere se sono nel posto giusto. Quali sono le informazioni che gli fanno dire: “Ok, questa persona ha quello che mi serve e io so cosa devo fare per andare avanti e ottenere ciò che desidero.”
Assicurati che quelle informazioni ci siamo.
In sintesi dentro un about page ci sono:

  • Tu
  • Il suo bisogno
  • La tua soluzione
  • I risultati
  • I dettagli rilevanti
  • La CTA

Tu

Fagli capire che è nel posto giusto.
Sintetizza in qualche riga chi sei e cosa fai. Se la tua storia è funzionale a spiegare uno di questi aspetti inseriscila: per esempio se sei un’azienda storica, inserisci la data di fondazione, ti sarà utile per veicolare il concetto di solidità. Se invece sei un freelance, una start up o una giovane agenzia punta sui valori che ti muovono, sul perché lo fai, sul tuo modo di lavorare, su quello che ti contraddistingue e che è importante per te.

Il suo bisogno

Che tipo di problema risolvi a quella persona? Come lo fai? Quale bisogno muove la persona che vorresti diventasse il tuo cliente? L’about page non è un esercizio solipsistico è uno spazio in cui il cliente riconosce il suo bisogno e inizia a immedesimarsi.

La tua soluzione

Che fai tu per aiutare la persona che arriva qui a ottenere quello che vuole ottenere?
Cosa fai tu nel concreto per risolvere il suo problema?

Cerca di stabilire una vera connessione con le persone che visitano la tua about page, può essere utile dire insieme alla tua soluzione a chi stai parlando, chi sono le persone a cui è indirizzata la tua proposta.

I risultati

Cosa ottengono?
Fagli vedere il risultato che possono ottenere con te. Perché sei proprio tu la persona che mi aiuta a raggiungere il mio obiettivo? Cos’hai tu in più o di diverso rispetto agli altri professionisti? Scrivi qui tutto ciò che può supportare quell’informazione, prove e testimonianze di persone che hanno lavorato con te.

I dettagli interessanti

Informazioni su di te che lo aiutano a capire se sei la persona giusta: dettagli, particolari, progetti che stai creando, cose che hai fatto. Possono essere anche informazioni personali ma devono essere sensate per quello che è il tuo obiettivo: farti scegliere. Che ti piace la pizza, che fai yoga tutte le mattine o che hai 3 cani e 5 bambini, è importante per farti scegliere? Fatti questa domanda e datti una risposta sincera. Se la risposta è no, quell’informazione non va scritta, non qui, almeno. 

CTA

Dagli la possibilità di proseguire il viaggio alla scoperta del tuo business. Digli cosa deve fare dopo aver letto la tua about page.

Come scrivere una about page

Con uno stile personale senza uscire dal professionale. 

Come si fa? Con un mix di empatia e autorevolezza che puoi creare con i contenuti che scegli, da una parte, con il tono di voce che usi, dall’altra.

Qual è il tuo tono di voce? Scoprilo e parla con quel tono: darai alle persone quello che stanno cercando, qualcuno di cui fidarsi.

Per trovare il tuo tono di voce prova a spiegare chi sei e cosa fai, quali problemi risolvi a un membro della tua famiglia. Siediti e fallo davvero. Registrati o prendi nota delle parole che usi, così potrai ottenere un linguaggio amichevole, accessibile e utile. Qualche consiglio che può facilitarti nella scrittura:

  • usa parole semplici e concrete. Sono quelle parole che individuano un’esperienza condivisa e più accessibile, le persone seguono meglio i tuoi ragionamenti e sono più convinte.
  • Evita le espressioni standardizzate e vuote, quelle troppo tecniche e incomprensibili. Al bando le formalità che rendono la comunicazione stantia e finta. Lavora sul tono di voce per cercare di connetterti con il lettore. Prova a riprodurre per iscritto ciò che diresti se lo incontrassi di persona.

Chi scrive con efficacia sa bene che l’aggettivo deve essere l’amante del sostantivo e non già la moglie legittima, perché fra le parole ci vogliono legami passeggeri non matrimoni”.

Alphonse Daudet

  • Usa la prima persona (singolare o plurale a seconda che tu sia un professionista o un’azienda). Spesso chi usa la terza persona è perché si sente a disagio a scrivere, a parlare di sé. Pensa che parlare in prima persona voglia dire vantarsi: ma queste informazioni se sono vere e utili, sono proprio quelle che le persone stanno cercando. Se non gli dai tu le buone ragioni per scegliere lo farà qualcun altro.
  • Elimina tutto ciò che non serve e concentrati sul messaggio principale che vuoi far passare. Ogni pagina, un messaggio.
  • Rivelati e non nasconderti: sei un professionista preciso? Dimostralo. Sei curioso? Faglielo scoprire. Sei divertente? Faglielo notare.

Ora torna alla tua about page: cosa manca? In cosa sei stato bravo? Cosa puoi potenziare? Abbi cura di riconoscerti nelle parole che usi.

 

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