Erika e Giorgia sono sorelle. Da qualche anno hanno preso in mano l’azienda vinicola di famiglia, sotto lo sguardo lungimirante di papà Marcello e i sorrisi accoglienti di mamma Claudia. Erika si occupa della vendita, gestisce i clienti, comunica l’azienda vitivinicola Marchesini; Giorgia va in vigna, guida il trattore, fa uscire il vino buono dalle cantine. Sono le due facce della stessa medaglia: parole e mani, calma e uragano, gioia e fatica, stile e praticità, la Marchesini Marcello Family Winery. Il nonno Plinio che aveva iniziato a produrre vino sul Lago di Garda dopo la Guerra, se le vedesse oggi, sono sicura, sarebbe fiero di loro.
Si può cadere in un Soffio
Quando Erika e Giorgia sono venute da me avevano un problema: non potevano più usare Soffio, il nome del vino Chiaretto che avevano lanciato da appena qualche mese. Perché? Per un semplice motivo, quel nome, Soffio, apparteneva a un altro produttore di vini ed era stato registrato.
Dopo un primo momento di smarrimento (può una decisione di pancia, nata da buone intenzioni fare male? Sì.), dopo la paura (è arrivata una lettera da uno studio di avvocati che ci dice di non usare il nome se no sono guai), dopo lo sconforto (che facciamo adesso?) Erika e Giorgia arrivano da me grazie a Clarissa di Segui le briciole con cui avevo già felicemente collaborato a progetti di brand identity.
Dovevo definire un nuovo nome per il vino Chiaretto, così mi sono messa subito a lavoro. Il nome doveva trasformarsi rimanendo fedele a ciò che doveva comunicare: era ancora il primo vero vino nato dalla sinergia delle due sorelle con una famiglia intorno. Ci voleva un nome suggestivo, dalla personalità giovane e solare, che potesse trasmettere spensieratezza ed eleganza; che fosse un racconto, un profumo, un’emozione, un leggero venticello di primavera. Così è nato Còralin.
Còralin: una primavera con una storia da raccontare
Non è sufficiente la vite, non è sufficiente il sole, non è sufficiente la terra, servono anche amore e passione per fare un grande vino. E la famiglia Marchesini ne ha da vendere.
Siamo un unico cuore, abbiamo tutti lo stesso obiettivo. Ci confrontiamo, ci scontriamo, gridiamo, litighiamo, ma poi alla fine vince sempre l’amore per ciò che facciamo.
Erika Marchesini
Ho pensato di prendere questo cuore e farlo maturare grazie al fonosimbolismo, cioè la capacità che hanno i suoni del linguaggio di interagire con il significato dei termini che veicolano grazie alle loro qualità acustiche e articolatorie.
Còralin è un nome per un vino morbido e leggero, femminile ed elegante, un millefoglie di significati. È un nome molto musicale che si scioglie in bocca: la sua pronuncia richiede un movimento da fuori verso dentro, proprio come accade quando beviamo, simulando lo stesso movimento della deglutizione: co (sulle labbra), ra (sul palato anteriore), lin (sul palato posteriore che spinge verso la gola).
Cuore viene dal latino cŏr che è la radice di questo nome.
La /a/ è la vocale più aperta del nostro alfabeto e suggerisce la sensazione di grandezza, apertura, meraviglia;
la /l/ richiama la sensazione di liquidità, leggerezza, libertà, femminilità, tenerezza;
la /i/ comunica leggerezza e luminosità;
la /n/ morbidezza, calore, infanzia, maternità.
Oltre al cuore, il nome Còralin richiama anche il corallo: dai fondali profondi, una meraviglia preziosa e semplice dalla colorazione rosso chiaro/rosa proprio come le bacche delle uve da cui proviene.
Còralin contiene anche il significato di corale: sia nel significato di “del coro”, sia per indicare “unanime” in perfetto accordo con il concept di questo vino, il primo in cui la famiglia Marchesini ha collaborato tutta insieme per la sua realizzazione.
Còralin è un vino che mantiene le sue promesse, è sincero, elegante, giocoso, è uno splendido e continuo fiorire. Come lo so? Per dargli un nome, ovviamente sono stata costretta a degustarne diverse bottiglie. 😉
Chiara è arrivata in un momento buio: il mondo sembrava esserci crollato addosso.
Mi ero occupata del lancio di un nuovo vino, avevo curato tutto nei minimi dettagli: il prodotto, il packaging, lo storytelling. Tutto, tranne il nome. Già, perché nella scelta del nome mi sono affidata all’istinto senza preoccuparmi di poterlo realmente utilizzare.Chiara è arrivata nel buio ed è stata intesa al primo istante: mi ha ascoltata, ha capito le mie esigenze, ha colto la mia disperazione e mi ha presentato il suo Marino. Con lui ho fatto chiarezza. Insomma, Chiara, un nome, una garanzia. Mentre lavoravo a Marino ho capito una cosa importante: errare è umano, ma dagli errori possiamo imparare molto.
Tra le proposte che Chiara mi ha presentato tutte avevano un perché, nessuna è stata esclusa a priori. Le ho fatte entrare in famiglia, ci abbiamo convissuto per circa una settimana, non vi dico che confusione. Le abbiamo provate sulle labbra, ci siamo affezionati, le abbiamo canticchiate e alla fine abbiamo provato a fare ordine: dal caos siamo riusciti ad arrivare al punto esatto da dove eravamo partiti, dal cuore. Un nome in particolare ci ha messo tutti d’accordo. Còralin è il nome del nostro Chiaretto e sa dire tutto ciò che volevamo dire.
Lavorando con Chiara ho trovato il tempo per riflettere su molti aspetti della comunicazione del mio brand. Ho davanti a me un nuovo percorso, una nuova strada che non vedo l’ora di percorrere, forte di avere al mio fianco una figura professionale pronta ad aiutarmi e supportarmi.
Erika Marchesini, Responsabile vendite
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