Elena ama la schiuma del cappuccino al mattino, le finestre illuminate delle case in cui immaginare la vita degli altri, la lentezza del lievito madre e delle cose fatte con cura, il colore e il gusto della crema Chantilly quando cola dalla pentola; il maestrale della sua terra che annuncia ogni cambiamento, la polvere sui libri dei mercatini di antiquariato della domenica, le persone che provano a realizzare quello in cui credono. Persone proprio come lei che credeva nel tè con i biscotti e voleva occuparsene tutti i giorni, che ha lavorato mesi e mesi in silenzio per poi esplodere in una mattina d’autunno.
La prima volta che sento parlare di tea sommelier e tea blender
Proprio un anno fa Elena mi scrive perché non è contenta del suo lavoro in ufficio e vuole prendere in mano la sua vita: mi racconta che si è laureata in Economia senza sapere perché, mentre sa benissimo il motivo per cui da tempo studia per diventare tea sommelier e tea blender: vuole realizzare qualcosa che le appartenga intimamente, che le permetta di esprimersi in tutte le sue sfaccettature. Vuole lanciare un business che crei miscele di tè con frutta, fiori e spezie da vendere online e ha bisogno di un nome, di un brand naming. È la prima volta che incontro qualcuno che fa questo mestiere: mi incuriosisce, mi piace da subito, sento che possiamo fare qualcosa di emozionante insieme.
Un tea sommelier è una persona che assaggia i tè, un tea blender è una persona che crea miscele. A differenza di molti suoi competitor che vendono miscele create da altri a cui danno il proprio nome, ogni miscela di Elena è una sua creazione, dalla selezione delle materie prime fino al confezionamento e alla vendita online.
Il nome dovrà supportare anche un’altra attività e un’ampliamento di servizi: in futuro infatti vorrà organizzare eventi, corsi, workshop, degustazioni e tea party e proporre consulenze e formazione per caffetterie, ristoranti e strutture ricettive.
Brand Naming: il valore di un brand diventa il suo nome
“Semplice e pieno di dettagli come quello che succede attorno a una tazza di tè.”
Mi risponde così Elena quando le chiedo come se lo immagina il suo nome. Per lei il momento del tè è un processo lento di attese e movimenti che si susseguono: aspettare che l’acqua arrivi alla giusta temperatura, che i biscotti di pasta frolla abbiano riposato abbastanza prima di essere infornati, che le foglie abbiano avuto il giusto numero di minuti per la loro infusione e la frutta il giusto tempo per l’essiccazione, che il mix di ingredienti siano stati insieme per un po’ di tempo prima di diventare una miscela profumatissima. Tutto richiede pazienza. Ogni cosa ha il suo tempo.
Immagino i miei corsi e i piccoli eventi come un pomeriggio tra amiche. Voglio che ci si senta come a casa. Una grande sala, un lungo tavolo di legno, carta da parati degli anni settanta, candele, barattoli di biscotti, vecchi servizi inglesi, qualche grembiule spaiato. Ore di chiacchiere e racconti. Penso da un pochino a quel dolce che preparava la mia nonna la domenica mattina. Lo trasformiamo in un tè? Vorrei succedesse proprio questo: uno scambio di momenti di vita che io aiuto a miscelare.
Elena mi dona questa immagine e io parto: saranno stati gli anni ’70 e la carta da parati o quei vecchi servizi di piattini e tazzine inglesi che ho subito immaginato, sarà stata l’importanza che ha per lei il tempo e quella che, vedremo tra poco, hanno i suoni, o ancora, i mille dettagli di cui era costellato il suo questionario, sarà stato tutto questo, sta di fatto che il mio lavoro si impregna di questa atmosfera.
Cosa comunica il nome
Elena desidera un brand naming che comunichi serenità, cura dei dettagli, attesa del momento giusto, quiete. Mi parla spesso usando termini sonori, immagini di suono: il silenzio ovattato, il rumore lontano, una pausa, il brusio delle persone in strada quando a separare è solo una finestra chiusa. Capisco che i suoni in questo suo immaginario giocano un ruolo di grande importanza.
Preferisce un nome suggestivo, che sia capace di affascinare e di creare un’atmosfera, ma sarebbe bello se contenesse la parola tè o un riferimento a esso, che sappia richiamare le stesse sensazioni di una tazza di tè caldo in un pomeriggio d’inverno. Sulla lingua da utilizzare è aperta agli esperimenti: predilige italiano, inglese e francese.
Le presento 5 proposte di brand naming e tra queste c’è Miscel Ma Bel. Il suo rational inizia così:
Il giradischi inizia il primo giro e nell’aria si diffondono le prime note. La musica è una magia che ci sa portare indietro nel tempo, avanti nel futuro, in un altrove di tempo, spazio e sentimenti. Sul lungo tavolo di legno, le amiche iniziano ad apparecchiare candele, barattoli di latta traboccanti di biscotti, deliziosi servizi di tazzine inglesi su tovagliette ricamate a mano, sulle pareti la carta da parati seventies, sotto i sorrisi, grembiuli colorati un po’ stropicciati che danzano nello spazio.
Miscel Ma Bel è un nome che si rifa alla nota canzone dei Beatles, Michelle che esce nel 1965 nell’album Rubber Soul. Due sono le particolarità di questo brano:
- la canzone è in inglese ma il ritornello è in francese «Michelle, ma belle, sont des mots qui vont très bien ensemble»
- contiene uno dei più complessi giri armonici mai scritti dai Beatles: presenta accordi lontani dal loro pop solito e dalla musica rock in genere ma l’effetto è di straordinaria naturalezza
Prendo il ritornello e penso che è perfetto: Michelle è la personificazione delle piccole cose che stanno bene insieme e diventa ben presto Miscel, la miscela di tè, lasciando coincidere scrittura e pronuncia. Ma belle si rimpicciolisce e diventa ma bel, un piccolo recipiente di bellezza, armonia, lentezza di un inciso. Tengo i suoni ma cambio la scrittura: in un gioco di errori che significano (in italiano bel è il troncamento di bello) unisco italiano, inglese e francese. A livello fonetico utilizzo un’assonanza che risiede nella ripetizione del gruppo el – Misc/el/ B/el/ (in un post del blog ho parlato di questa e di altre tecniche linguistiche che si usano per creare feeling con i nomi suggestivi).
Dentro questo nome c’è la sua mission: il credere nelle cose piccole e semplici, come una miscela, come una canzone. Dentro c’è l’ascolto: uno dei sensi che nel suo lavoro usa di più insieme al gusto. L’ascolto per le persone e per i loro desideri. Sull’ascolto, i suoni, la musica, creerà tutto il suo immaginario semantico e gran parte della sua comunicazione: scriverà poi così sul suo sito.
Lavorare con Chiara alla ricerca del nome giusto per la mia nuova attività è stato sorprendente!
Elena Maisola, Tea Sommelier e Tea Blender
Per me si è trattato di un lavoro lungo e introspettivo. Il questionario, Marino, a cui parlavo come a una persona, mi ha costretto a guardare a fondo non solo della mia attività, ma anche di me stessa e di quello che sarei voluta diventare. È stato difficile, ma alla fine ho deciso di scrivere a Chiara come a un’amica. Ha lavorato con discrezione e puntualità: le sue proposte inizialmente mi hanno spiazzato, avevo pensato talmente tanto al nome per la mia attività, che quando ho letto le sue idee così particolari e cariche di significato, di gran lunga diverse dalle mie, non sapevo cosa dire.
Come ho fatto la mia scelta? Ho messo le cuffie alle orecchie e ho ascoltato la famosa canzone dei Beatles che ha ispirato Chiara. Ho chiuso gli occhi e mi sono immaginata lavorare con quelle note in sottofondo. Era tutto perfetto! Grazie Chiara, non finirò mai di ringraziarti!
Anche tu come Elena vuoi dare un nome al tuo sogno? Scrivimi! Sarà bello sognare insieme, ma soprattutto realizzare insieme.