Ieri mi ha chiamato il commerciale di un’agenzia di comunicazione (tieni a mente questo particolare) che avevo incontrato circa un anno fa e che mi ha voluto rivedere lo scorso giugno. Gli ho raccontato delle novità di BalenaLab, delle cose che sono cambiate in questi mesi, gli ho spiegato nello specifico il mio modo di lavorare e i miei servizi.
Una chiacchierata di circa due ore che non gli ha impedito di chiamarmi stamattina e di chiedermi se realizzavo loghi (???) o corsi di formazione su Facebook (e dire che hanno una social media manager e una community manager interne). Ha chiuso la chiamata un po’ deluso dicendo “Ah ok, fai solo testi ho capito, vedrai ci sentiremo anche per quelli”.
Non credo che un’agenzia in salute in un anno non abbia avuto bisogno di scrivere per i suoi clienti: succede sempre meno, ma nella maggior parte dei casi i contenuti sono ancora un optional, un sottoprodotto del lavoro quotidiano di una segretaria o di un cugino o di una figura interna all’agenzia che poi fa tutt’altro, quando va bene un obbligo del SEO specialist anziché una risorsa che richiede considerazioni strategiche, che può rivelarsi una vera risorsa magica.
Le mie crociate personali tentano di sensibilizzare sulle parole che usiamo non solo per promuoverci ma anche per parlare, per scrivere mail, per presentare la nostra attività a chi non sa niente del nostro lavoro.
Le parole dicono chi siamo e parlano di noi come gli abiti che portiamo, come il nostro logo, i nostri prezzi, i libri che leggiamo.
Per questo è importante avere cura dei propri contenuti.
Come si fa?
Così.
Fai di meno
Siamo sicuri che siano necessari il sito dell’azienda, il sito del prodotto, Facebook, Twitter, il comunicato stampa, la brochure, la newsletter, il company profile, il flyer?
Forse sei convinto che più contenuti significhi più possibilità di vendita, più coinvolgimento, più facilità di contatto.
Per capire se sono contenuti utili chiediti:
- Supportano un chiaro obiettivo di business?
- Soddisfano i bisogni dei miei clienti?
Fai un check dei contenuti che hai: rispondono a questi due requisiti?
Meno contenuti vuol dire gestione più facile. Se fai un giro in rete ti accorgerai in pochissimo tempo di quanti modi ci sono per far morire i contenuti: blog fermi a prima del crollo del muro di Berlino, schede prodotto di tre prodotti fa, link rotti, irrilevanti risultati di ricerche.
Una strage degli innocenti.
Ci siamo capiti?
Crea i contenuti che puoi gestire.
Riscopri quello che hai
Li guardi e hai voglia di buttarli tutti. Ma se i tuoi vecchi contenuti sono stati creati un motivo c’è: parti da lì, fa un’indagine di tutti quelli che hai già pubblicato.
Il tipo di ispezione che puoi fare è:
- quantitativo: rispondi alla domanda “cosa c’è?”
- qualitativo: rispondi alla domanda “vale qualcosa?”
Questa panoramica ti aiuterà ad avere una visione d’insieme utile per capire da dove vengono i contenuti che hai e quali sono quelli che vale la pena tenere, magari da adattare e ottimizzare, ma da cui partire.
Ascolta
La maggior parte dei problemi dei nostri contenuti esiste perché non ci siamo fatti le domande giuste. Ma quali sono le domande giuste? Sono quelle che riguardano le persone (chi sono i tuoi clienti, cosa vogliono, cosa pensano, cosa fanno) e i processi che hanno degli effetti sul ciclo di vita dei contenuti (dubbi e preoccupazioni, abitudini di consumo, contesto sociale). Fare le domande giuste è metà della fatica, l’altra metà è saper ascoltare le risposte.
Ascolta i tuoi lettori: ho appena detto un’ovvietà, ma nessuno meglio dei tuoi clienti conosce le esigenze dei tuoi clienti. La fatica più grande è che spesso riteniamo di sapere perfettamente quello che il cliente desidera e ci sostituiamo a lui, facendo le domande pensando di avere già le risposte.
Ascolta i tuoi collaboratori: se lavori in team ti sarà sicuramente d’aiuto valutare le prospettive di tutti quelli che possono mettere in luce altri bisogni e altre difficoltà.
Stai progettando contenuti per degli esseri umani che hanno desideri e bisogni che nel tempo cambiano.
Delega
Nell’organizzazione della tua attività sarebbe ottimale avere una figura di riferimento che sia responsabile della creazione, della consegna e della gestione dei contenuti.
Una persona che coordini i vari livelli dei processi di comunicazione, che prenda decisioni, che possa dire no a quelle cose che proprio no.
Individua una persona nel tuo organico con reali capacità per farlo oppure rivolgiti a un copywriter freelance che fa questo di mestiere.
Parti ora
Per migliorare i tuoi contenuti bisogna superare quel momento tra il “ci ho pensato, sarebbe bello” e“wow, lo sto facendo”. È proprio questa la parte più difficile. Per raddrizzare le cose prima devi capire cosa c’è che non va e una volta che hai iniziato, anche con poco, sarà più facile pensare in grande.
Inizia, non c’è modo migliore per realizzare qualcosa.